Comprensione - Femminilità in cammino

Dall’accoglienza passiamo alla comprensione.

Ogni lingua parlata cambia col tempo. L’italiano è una lingua estremamente ricca di vocaboli, sfumature, parole che sono quasi sinonimi. Quasi. L’evoluzione della nostra lingua è stata una riduzione dei vocaboli usati, e un arricchimento di vocaboli di origine straniera, per la maggior parte con significati legati alle tecniche e alle tecnologie. Tra le parole che maggiormente “si sono perse” ci sono quelle relative alle emozioni e ai sentimenti. Ne usiamo davvero una centesima parte rispetto a quelle disponibili. Considerando lo strettissimo collegamento tra come ci esprimiamo e quello che proviamo (collegamento che, ricordate, esiste in entrambe i sensi) è facilmente intuibile che abbiamo anche ridotto le sfumature delle emozioni che siamo in grado di provare e riconoscere.

La comprensione è una delle cose che si è “persa”, e di cui se ne perso il significato. Spesso sento confondere la comprensione con l’empatia, o col dare ragione e quindi condividere. Non sono d’accordo.

Per me la comprensione è un valore prettamente femminile dimostrabile con atteggiamenti tipici del ruolo materno: non condivido quello che dici o quello che vuoi (non concordo), non provo gli stessi sentimenti e le stesse emozioni (non c’è empatia), ma capisco. E poiché comprendo ti lascio libero di andare, sperimentare, seguire le tue idee e persino sbagliare. Credo che questo sia un modo di vivere di una madre.

Nella nostra strada tecnologica abbiamo perso la comprensione. Si parla molto di empatia (che vedremo nel prossimo articolo), e pochissimo di comprensione. È ovvio: chi è fortemente empatico raggiunge anche la piena comprensione, ma la comprensione ha secondo me un enorme punto di forza, persino rispetto all’empatia.  

Si parla molto di negoziazione, comunicazione persuasiva, neuro marketing … tutti strumenti e modi di fare (o sentire) utili per raggiungere un accordo. Ma è davvero indispensabile arrivare sempre ad un accordo? O forse questo è dovuto al presupposto che se troviamo un accordo, l’altro mi interessa, altrimenti no.

La comprensione accetta il disaccordo, accetta le opinioni diverse, i desideri diversi, i sogni diversi. E non li giudica. Comprende. Questo è l’enorme punto di forza della comprensione rispetto a molti altri sentimenti e valori similari: la sospensione di giudizio, la tolleranza, e persino una componente di pazienza.

Sarebbe ora di togliere un po’ di polvere dalla comprensione e riscoprirla, coltivarla. E se la pensate diversamente, va bene e spero che condividiate l’opinione di Voltaire: Disapprovo quel che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto di dirlo.