Così, tanto per raccontare e condividere

Le prime presentazioni del mio nuovo libro Volontà e Destino - l'I Ching come mentore nella vita quotidiana e qualche riflessione 

Non sono la prima, né sarò l’ultima, e sicuramente sono in buona compagnia. A cosa faccio riferimento? Alla follia.

Prima di me ci sono stati scritti ufficiali, come L’elogio alla follia, o affermazioni autorevoli, come nel libro La libertà di essere diversi dove il Prof. Maffei conclude che la follia è, in fondo, la parte più sana dell’uomo, ed esempi decisamente illustri: tanti grandi sono stati considerati più o meno folli.

Lungi da me pensare di essere tra i grandi: l’unica cosa che abbiamo, forse, in comune è proprio quel pizzico di follia.

Ma da cosa nasce questa considerazione? Lo confesso, è totalmente personale, eppure credo che meriti una condivisione con i miei quattro lettori perché simili momenti di pazzie possono capitare e tutti, e fanno bene.

Dopo la malattia ho ricominciato a lavorare a pieno ritmo. Calmi, non c’è da brindare, non me lo potrei permettere! Per un libero professionista ricominciare a lavorare non significa automaticamente rimpolpare il conto in banca, ma solo averne finalmente la possibilità. È un grande traguardo. E mi permette di essere piena di sogni, speranze e progetti.

Il mio libro Volontà e destino – l’I Ching come mentore nella vita quotidiana è disponibile e, anche se le librerie che lo tengono sono davvero poche, è disponibile su quasi tutte le librerie on line. E sono proprio alcune considerazioni legate al libro che mi hanno permesso di riconoscere il mio personale pizzico di follia.

Sono pienamente soddisfatta del libro. Solo chi mi conosce molto bene può comprendere quanto sia raro, per me, essere soddisfatta e compiaciuta del lavoro fatto. Di solito ne vedo quasi solo i difetti e ciò che avrei potuto fare meglio. Forse la chemioterapia mi ha leso qualche neurone.

Nelle scorse settimane ho fatto due presentazioni pubbliche del libro. Un trionfo.

Ecco, per essere sincera … è stato sì un trionfo, ma … mi piace vincere facile.

La prima presentazione è stata presso un comprensivo scolastico con cui ho già lavorato in passato. Mi conoscono bene, sapevano dei miei problemi di salute e in questi mesi ho ricevuto da molte insegnanti manifestazioni di sostegno e di affetto. E poi sapevano bene che era la prima volta che parlavo in pubblico dopo le miei recenti traversie. Ovvio che l’accoglienza è stata calorosa!

La seconda presentazione, poi, è stata presso il mio editore, a Forlì, la mia città di origine. È pur vero che la sala era piena, che ho ricevuto applausi a scena aperta, tante domande e tanti complimenti, ma è anche vero che per la maggior parte il pubblico era costituito da amici e parenti. Mio fratello, mia cognata, mio marito, tanti amici che non vedevo da moltissimi anni e si sono dati appuntamento per ascoltarmi e amici più recenti che, comunque, hanno fatto parecchia strada per venire all’incontro. Sì, mi sono commossa.

E sì, ci vuole un pizzico di follia per coltivare amicizie profonde che vanno oltre il tempo e lo spazio invece che quelle conoscenze utili che in genere vengono privilegiate.

E poi il libro stesso è un attesto di pazzia. Il mio editore mi ha ripetuto diverse volte che si tratta sicuramente di un libro particolare, che troverà non molti estimatori, ma li troverà sicuramente tra gli appassionati.

E io non ho certo osato confessare che, in quest’epoca in cui gli autori che trovano facilmente un editore si chiamano Riina o Schettino, in cui i grandi successi editoriali sono le cinquanta sfumature (non solo, per fortuna!) io ho scritto un libro sull’I Ching dedicato soprattutto a chi non conosce il Libro dei mutamenti. Già, perché il libro è nato per raccontare a chi, fino ad oggi, ha rifiutato l’I Ching, come questo sia strettamente collegato a ciò che oggi viene ritenuto importante: coaching, counselling, PNL, moderne teorie di management. Insomma, più che un libro è un ponte di collegamento tra mondi apparentemente lontani.

Ci vuole follia per fare una cosa del genere, e divertirsi anche a trovare collegamenti un po’ speciali.

E … sapete la cosa più folle? Anche se nono sono una fautrice del pensiero positivo, anche se a volte il bicchiere è mezzo vuoto, o vuoto del tutto, spesso sono felice.