Da donna a donna

Gli aneddoti di famiglia sono le tracce formative che giungono al cuore. Ecco le mie.

Ogni famiglia ha linguaggi, storie, racconti, che creano un legame molto forte con gli antenati. Le mie storie, i miei aneddoti di famiglia, sono tutti al femminile, e mi hanno trasmesso messaggi di donne forti, coraggiose, autonome. Le sento tutte qui, con me, a sostenermi nel momento del bisogno, ad indicarmi la via.

Comincio dalla bisnonna, contadina discretamente benestante, e i racconti che ho assimilato parlano di anni a cavallo tra l’800 e gli anni ’30 del ‘900. Lei, la mia bisnonna, ha avuto undici figli, come si usava in campagna. Sapeva leggere, e già questa era una rarità. Amava leggere, e ciò era ancora più raro. Fece in modo che il più giovane dei suoi figli andasse all’università: di più non poteva fare per i figli. Ma, si racconta in famiglia, trasmise ordini e desideri alla generazione successiva, imponendo ai nipoti nomi tratti dai libri (e questa, forse, non fu una grande idea, ma in Romagna i nomi strani abbondano, così persino quelli scelti da lei passarono abbastanza inosservati) e obbligò i nipoti a studiare, così che la generazione di mia madre, delle sue sorelle e dei suoi cugini era totalmente laureata o almeno con un diploma delle superiori. Considerando che la più giovane dei cugini è nata negli anni ’40, non è stato un risultato da poco. E nelle sue decisioni non fece alcuna differenza tra maschi e femmine!

 
La mia nonna paterna era un tipetto tosto. La famiglia era molto povera, e l’essere contadini in montagna non aiutava a creare possibilità di miglioramento. Si impose al marito, decidendo il trasferimento in città, aprì un ristorante e diede la possibilità ai figli di migliorare le condizioni, e diandare all’università.


L’altra nonna, quella materna, si sposò incinta. Non era raro in campagna, ma era raro che venisse dichiarato, raccontato. Si guadagnò il rispetto di una suocera dispotica. Quando lasciai il fidanzato avevo paura a dirglielo: temevo mi rammentasse che una donna deve sposarsi, fare figli… Lei non fece una piega. Mi dispiace non aver potuto, parecchi anni dopo, presentarle colui che oggi è mio marito, ma mi sono sposata il giorno del suo compleanno: un modo come un altro di sentirla vicino.


Mia madre, cattolica convinta, fece promettere a mio padre di non mandarci mai a scuola dalle suore. Lei aveva sperimentato in prima persona quanto le convinzioni possono diventare pregiudizi e creare limiti e traumi nelle bambine. Stava per morire, e ricordò a mio padre che ci voleva forti e libere.

 
Queste sono le donne che mi hanno preceduto, le cui storie mi hanno forgiato. Grazie.