Esagramma 33. TUNN – La ritirata

Non è facile sapere quando lasciare

Il trentatreesimo esagramma, La ritirata, è il più palesemente strategico: ciascuno di noi ha sviluppato come abitudine consolidata quello di chiudersi in se stesso o cercare gli amici, mollare davanti alle difficoltà o combattere fino allo sfinimento. Qui viene invece chiesto un cambio di prospettiva: ci si ritira al momento giusto dalla battaglia per non subire una sconfitta, raccogliere le forze, e attendere il favore del tempo.

La ritirata significa essere proattivi sempre, anche nel mollare, anche nell’abbandonare il gioco. È un segno di solitudine, ma non è necessariamente un segno amato dagli introversi, o da chi anela la solitudine: qui si deve agire, l’abbandono è attivo, attento, governato da regole. Non basta “lasciare tutto”, bisogna osservare il mondo e scegliere il momento. Non è una fuga! E intanto che ci si ritira, in buon ordine, il nemico è tutt’altro che dimenticato: la ritirata serve anche per rallentarne l’avanzata.

Non è certo un esagramma di riposo e relax!

Particolarmente significativa, per chi si impegna ad essere proattivo, è anche la linea superiore: la ritirata più importante, per il saggio, è quella mentale dal proprio ego. Facile a dirsi, ma estremamente impegnativa da farsi!