La carta bianca dei tarocchi

Ogni mazzo dei tarocchi contiene una carta bianca, che spesso viene tolta dal mazzo, ma può essere importante
Se mi viene chiesto di dare una sbirciatina al futuro, o mi viene chiesto aiuto per trovare una risposta, in genere scelgo di usare l’I Ching. Completo, implacabile, chiaro, affascinante, l’I Ching offre davvero infinite possibilità e, anche se avrei ancora molto da imparare in proposito, mi permette sempre di trovare l’indicazione giusta. Così anche quest’anno sono partita per le vacanze “armata” del mio libro sull’I Ching. Poi, per motivi che non vi sto a spiegare, mi sono ritrovata a leggere i tarocchi: non potevo dire di no. Mi è anche stato regalato un mazzo nuovo di tarocchi, da una persona fantastica che, con il suo regalo, mi ha commosso. E anche qui non vi spiego il perché. Il mazzo nuovo ha le sue regole, i suoi rituali. Così ho deciso di lasciare la carta bianca, quella che in genere tolgo, sia perché tanto non esce quasi mai, sia perché in genere, nelle rare volte in cui esce, spaventa il consultante. Questa volta no: la lascio. Ed è uscita, ripetutamente, ad un’amica apparentemente decisa, abile, pronta per una nuova vita lavorativa. La carta bianca è uscita prima sul passato, comunicando che doveva cercare domande e risposte sul suo passato: scrivere la carta per cercare la serenità. E poi, con un chiaro legame, è riapparsa sul futuro, a testimoniare che ogni suo piano per il futuro deve essere sospeso, o può essere solo approssimativo, finché non ha chiarito il passato. Non ero preparata a questo. Ma lei mi ha confermato di avere effettivamente numerosi problemi irrisolti con la sua famiglia di origine, molti risalenti all’infanzia, e che finora aveva accantonato, sperando che si risolvessero da soli. E così, ancora una volta, anche i tarocchi mi hanno stupito!