Nella vita conta la volontà o il destino?

Chi si è avvicinato alla spiritualità primo o poi si pone la domanda: nella vita conta la volontà o il destino?

Ovviamente anch’io mi sono chiesta se nella vita vale più il destino o la volontà. Poi, come spesso accade, una risposta molto plausibile mi è arrivata per una via casuale e tortuosa: attraverso un corso di lettura della mano.

La prima cosa che mi fu insegnata è che si leggono entrambe le mani:

  • nella mano sinistra troviamo le linee del destino, ciò che siamo destinati ad essere, ciò che siamo chiamati a fare, ciò che “è scritto”
  • nella mano destra troviamo la nostra realizzazione: quello che facciamo con il nostro potenziale, con le nostre capacità

E, mi fece notare il docente, la maggior parte delle persone ha più linee nella sinistra che nella destra, a dimostrazione che realizza solo in parte il suo potenziale, usa solo in parte le sue esperienze.

Ecco quindi la mia risposta: c’è qualcosa, che possiamo chiamare destino, che definisce alcuni elementi salienti della nostra vita. Poi c’è la nostra personale gestione della vita, che possiamo chiamare volontà o libero arbitrio. Noi siamo la somma di entrambe gli elementi.

Conoscere il destino non è quindi abbandonarsi al fatalismo, sedersi su una comoda poltrona. Al contrario. Andare alla fonte del patto che abbiamo stretto con la vita prima di nascere, riconoscere il nostro destino, può essere lo strumento per accelerare il percorso, e offrire alla volontà un supporto per realizzare molto più di quanto sembrasse possibile. Un po’ come quando, da bambini, dopo aver imparato a conoscere bene i gradini della scala di casa ci divertivamo a farne due alla volta, e poi tre, fino a cercare di scendere la scala in un colpo solo. Io lo facevo, con qualche ginocchio sbucciato, ma quale soddisfazione quando ci riuscivo!