Non esistono teorie valide e teorie sbagliate …

Avete fatto una splendida carriera.

Ora dovete gestire persone, business, inventare strategie … 

Su Youtube c’è un bel video, di pochi minuti, di Julio Velasco il cui titolo è “non esistono cose facili o difficili, esiste quello che so fare o che non so fare”

Sempre su Youtube, cazzeggiando perché avevo poca voglia di lavorare, ho trovato un video, altrettanto breve:
"10 teorie sulla leadership in 5 minuti”

E da qui partono le riflessioni.

Recentemente ho letto le dichiarazioni del capo dell’Enel, che afferma con veemenza come una grande azienda debba essere gestita con la paura, generando terrore, soprattutto quando si vogliono apportare cambiamenti. Aberrante! Leggere le sue dichiarazioni è sì, almeno per me, terrificante. Contrario ad ogni valore etico o morale che sento mio. Eppure devo ammettere che questa teoria funziona: l’ho vista funzionare e ottenere risultati.

Ed eccomi dunque con una discriminante per la scelta del modello da applicare: l’etica.

C’è altro? Sì: la coerenza. Per sapere se un modello, o una strategia, funziona bisogna applicarlo con coerenza e valutarlo con altrettanta coerenza.

Ricordo ancora la prima azienda in cui ho lavorato. Avevo uno stipendio basso, ma premi alti, legati al raggiungimento di specifici obiettivi. Un anno, dopo aver concordato gli obiettivi e averli raggiunti per diversi mesi, l’amministratore delegato mi chiese di cambiare ruolo, assumendomi la responsabilità di un diverso settore dell’azienda. Chiesi di rivedere gli obiettivi. Mi disse “non ho tempo ora, ma hai la mia parola che, almeno per i prossimi tre mesi, avrai il premio anche se non ci fossero i risultati attesi”. Non ebbi il coraggio di mettere in dubbio la sua parola. Due mesi dopo trovai nel cedolino una trattenuta per “mancato raggiungimento obiettivi”. Gli dissi due parole, e naturalmente la colpa era dell’impiegata che faceva i conti degli stipendi, e un mese dopo me ne andai. Ancora oggi non credo fosse in malafede: si era semplicemente comportato come tanti che cambiano idea a metà strada e non pensano alle conseguenze. C’è chi si pone come obiettivo l’aumento del fatturato e poi valuta il raggiungimento dell’obiettivo sull’incremento del numero di ordini. Anche questa è storia vissuta.

E poi?

Ci sono bellissime teorie sulla gestione del business, delle persone, sulle strategie, sulla leadership. Sinceramente, non credo che una teoria sia migliore di un’altra, o almeno non sempre. Già, perché la teoria che si applica dovrebbe essere adeguata alla situazione.

Nella realtà, invece, tendiamo ad applicare sempre la teoria che “ci piace di più”. Scegliamo sempre la stessa modalità, lo stesso modello. A volte perché si è rivelato efficace precedentemente, a volte perché è affine al nostro modo di sentire o di vivere, a volte perché ci viene spontaneo. E quando non funziona più siamo davvero nel guano.

Nulla di strano: lo facciamo anche nella vita.

Però, parallelamente, spendiamo soldi e tempo per rimanere aggiornati sulle ultime teorie o frequentare il costosissimo corso del guru del momento.

Il grande vantaggio che ho avuto, nei miei trent’anni di marketing strategico e management aziendale, è stata la passione per l’I Ching, l’antico libro dei mutamenti. Come racconto nel mio ultimo libro Volontà e Destino – l’I Ching come mentore nella vita quotidiana, la consultazione permette di spaziare tra molte diverse strategie di azione e di gestione. A noi, poi, la scelta se applicarle o no, ma almeno possiamo trovare un po’ di fantasia.