Oggi parliamo di …

Per puro caso ho trovato il video che vi riporto in fondo pagina: mi ha suscitato emozioni e riflessioni.

Protagonista del video è … L’invisibile donna, una donna come tante, che si rende conto di essere invisibile. Poi un’amica, conscia della sua situazione, le regala un libro sulle grandi cattedrali: quei capolavori di cui non conosciamo gli autori, ma sappiamo che hanno richiesto innumerevoli persone e innumerevoli anni per essere costruite.

Cattedrali perfette in ogni particolare, perfette anche in punti totalmente nascosti agli occhi dei visitatori. E ci si chiede perché.

La conclusione della protagonista del monologo è la fede in Dio: costruisce cattedrali perché Lui veda e ci possa abitare.

La Fede non è la risposta per tutti, ma so che ovunque, nel mondo, milioni di persone costruiscono ancora cattedrali.

No, non parlo di quelle fisiche, ma di un piccolo e misconosciuto lavoro paziente.

In una società globale dove ognuno ambisce alla celebrità, magari sotto falso nome perché la sua celebrità passa attraverso l’insulto gratuito su facebook, in un mondo dove il selfie è più importante del monumento o dell’avvenimento, in un mondo dove l’ego sembra crescere a ritmi vertiginosi, fino ad oscurare tutto, ci sono ancora costruttori di cattedrali.

È difficile definire lo spirito che li guida: qualcuno lo chiama fede, qualcuno lo chiama Vision, io lo chiamerei semplicemente amore.

Non è un valore maschile o femminile, non è nemmeno un valore: è molto di più.

È connessione con l’universo, consapevolezza di sé, impegno, o, semplicemente, amore.

So che non potrei dedicare l’intera vita a costruire cattedrali, sono ancora troppo ancorata al mio io, al bisogno di gratificazione, di riconoscimento. Eppure mi sento sciocca perché è quando dimentico tutto questo, nei momenti in cui mi dedico alla cattedrale, che ottengo i risultati migliori, è quando non cerco il premio che vivo la vera gratificazione.

Il concetto è ben presente anche nel mio amato Libro dei mutamenti: Se arando non si pensa al raccolto E sterpando non all’uso del campo, Allora è propizio imprendere qualche cosa.

L’esagramma è il 25, L’innocente, e ricorda che solo colui che è puro come un bambino riceve la totale protezione del Cielo.