Volontà o destino?

Esiste una dicotomia tra seguire il destino e realizzare i desideri? E l’I Ching può aiutarci?

È una diatriba antica quanto il mondo, o almeno quanto il genere umano. Possiamo scegliere per noi stessi o abbiamo un destino segnato? È meglio avere il pieno controllo di noi stessi e del nostro futuro o è più opportuno essere distratti e seguire la corrente del futuro, e del destino? Possiamo parlare di questo argomento per lunghissime ore, e avremo sempre modo di aggiungere nuove idee e nuovi esempi a sostegno dell’una o dell’altra teoria. E poi qualcuno potrebbe chiedersi perché parlare di questo argomento nello spazio dedicato agli esempi pratici dell’I Ching e del coaching. Il motivo ve lo racconto subito.
  • Apparentemente chi segue la strada del coaching è indirizzato ad essere l’artefice del proprio futuro: definisco un obiettivo, scelgo una strategia, applico delle tattiche e vado esattamente là dove desidero.
  • Chi consulta l’I Ching, invece, apparentemente segue la via opposta: chiedo all’I Ching, seguo il destino.
Come forse ormai avrete capito, non amo molto le dicotomie, le scelte drastiche che obbligano a trascurare una parte di noi stessi. Noi siamo desiderio, razionalità e intuito combinati insieme. Quindi, perché mai uno o l’altro devono essere accantonati? Io credo che esista una terza possibilità, che accomuna l’I Ching e il coaching, l’intuito e la razionalità. Il controllo, afferente alla razionalità, può essere utile, a volte, per brevi momenti, ma se mantenuto costantemente è stressante, fa vivere male. L’antitesi del controllo, l’imprudenza o la trascuratezza, hanno indubbiamente dei rischi. E allora? Avete mai visto un bambino che tetta?
  • Non nei primi istanti, quando ha una fame arrabbiata, e deve controllare che gli arrivi il desiderato latte.
  • Non alla fine, quando si addormenta ormai sazio.
Ma per tutto il tempo intermedio che, guarda caso, è il tempo più lungo. Non controlla. Eppure è concentratissimo, pronto ad agire immediatamente se qualcosa non va. È tutt’altro che trascurato. È totalmente abbandonato. Lo stato di abbandono di un bambino che tetta è uno stato alfa: esente dal controllo ma estremamente reattivo in caso di necessità. In altri post vi ho raccomandato di entrare in stato alfa quando consultate l’I Ching. Quando siamo in questo stato emotivo abbiamo abbandonato il controllo, ma siamo pronti a reagire. Siamo in contatto con la nostra parte inconscia, più veloce del noi razionale a raccogliere e ad elaborare informazioni. E sappiamo collegare la nostra volontà e perseguire il nostro destino che è sempre e solo quello di evolverci in maniera positiva.